18-19 SETTEMBRE 2022
Gentile collega,
ti scrivo per proporti qualcosa che
dovrebbe essere il bene più comune nel nostro lavoro: obiettività, imparzialità
e indipendenza.
La cronaca degli ultimi tempi ha
fornito la triste prova che così non è.
Tutti avvertiamo la caduta verticale
di consenso e fiducia nei nostri confronti.
Allora io, Patrizia Foiera, PM a Trento, in magistratura dal 1992, candidata nel Collegio n. 1 (Lombardia, Piemonte e Val D’Aosta, Trentino Alto Adige, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Toscana, Umbria, Lazio) per le funzioni requirenti alle elezioni del prossimo Consiglio Superiore della Magistratura che si terranno il 18 e 19 settembre 2022, scelta non da una corrente, ma dal “Sorteggio” voluto da un gruppo di colleghi, riunitisi nel Comitato Altra Proposta, ti presento le idee frutto della mia formazione ed esperienza professionale, che ho deciso di mettere a disposizione in questo passaggio delicato e difficile che nei prossimi anni ci vedrà, tu e io e tutti noi, impegnati a difendere il nostro lavoro quotidiano e a dimostrare che possiamo ancora meritare “fiducia”.
Non posso garantirti che su ogni cosa la penseremo nello stesso modo ma che, serenamente e certamente, le mie decisioni, risultato della “lettura” degli atti, potranno essere imparziali e indipendenti, sostenute da necessità di novità e cambiamento.
D’altra parte, ho detto e ribadisco
che le mie sono idee che derivano soltanto dalle mie conoscenze lavorative,
destinate ad essere arricchite da quelle dei colleghi, a partire dalla tua, se
vorrai darmi questo contributo.
Desidero qui illustrare il mio pensiero, sinteticamente e in parallelo alle mie esperienze professionali, per fornirti una prospettiva di concretezza su cui discutere.
< Lavoro del magistrato civile.
Con le funzioni di giudice civile svolte dal 17.11.1993 al
21.5.1997 a Torino e dall’1.12.2006 al 14.9.2009 a Rimini (ove non sono mancate
incursioni nel settore penale a supplire a incompatibilità e/o assenze) ho sperimentato cosa significa non
essere ancora giunti a elaborare un valore ponderale del “fascicolo civile” e
un criterio di esigibilità del lavoro: ne conseguono deformazioni e ingiustizie
nell’esigibilità di smaltimento e nella valutazione statistica del lavoro dei
magistrati, per l’impossibilità di fare distinzione di impegno e difficoltà.
Situazione non più accettabile perché aggravata dall’omessa considerazione di tutti
quegli affari riservati al giudice
tutelare e di volontaria giurisdizione, ancora considerati lavoro di
“riserva” del giudice civile, senza alcuna consapevolezza, viceversa, del fatto
che siano impegnativi e meritino dignità statistica e valutativa.
< Lavoro del magistrato penale.
Altrettanto non è mai stato
applicato alcun valore “ponderale” né criteri di esigibilità nello smaltimento
dei fascicoli penali che ho trattato con le funzioni di sostituto procuratore,
svolte dal 22.5.1997 al 15.7.2002° Reggio Emilia e dal 6.11.2018 a oggi a
Trento: ho sperimentato quanto ancora un impegno di depenalizzazione ovvero di estensione
degli istituti deflattivi potrebbe giovare (vedremo in quale direzione
definitiva andrà lo schema di riforma del diritto penale) e quanto, invece, le recenti
riforme introdotte dal nostro legislatore abbiano pesato sulle risorse degli uffici
di procura, sempre più ridottesi nel tempo (penso al maggior impegno di risorse
richieste dall’applicazione del c.d. Codice Rosso), che anzi, inspiegabilmente,
sono stati lasciati fuori da quel progetto nazionale di restyling dell’Ufficio
del Processo.
Conoscere la qualità e il “peso specifico” del lavoro dell’Ufficio e di ciascun magistrato consente:
● una più efficace e bilanciata
gestione delle multidisciplinari risorse di un ufficio (magistrati, personale
amministrativo, polizia giudiziaria, personale informatico, protocolli e convenzioni
etc.) ;
● una migliore valutazione della
professionalità del magistrato , solo così potendo leggere al di là dei numeri statistici il
peso specifico dell’impegno e il grado di difficoltà in concreto affrontate ;
● una migliore scelta del “dirigente”
e un’oculata valutazione successiva sul lavoro svolto e sui risultati raggiunti
in tale ruolo: dobbiamo invertire la rotta e fortemente dissociarsi dalle consiliature
che, a partire dal 2014, hanno visto censurate (insieme al conseguente
discredito) le delibere di conferimento di funzioni direttive e semidirettive talvolta
per l’irragionevolezza, l’omissione o il travisamento dei fatti e talaltra l’arbitrarietà o il difetto di
motivazione (i dati della giustizia
amministrativa parlano di una soccombenza media del 4% nella quadriennio 2014/2018)
.
< Magistrato minorile
Con le funzioni requirenti minorili,
svolte dal 16.7.2002 al 30.11.2006 a Firenze, sono entrata nel mondo della
magistratura “specializzata” - uffici spesso con risorse organiche e
strutturali inadeguate e inferiori a quelle degli uffici ordinari, soprattutto
in taluni territori di maggior allarme, relegata, nei massimi sistemi
riformisti, a un ruolo “minore” e non sempre “per il minore” – e qui, sono
stata referente per la “mediazione penale minorile”, sfociato in un Protocollo
Operativo Sperimentale con il Comune di Firenze, approcciandomi al laboratorio
e al banco di prova della “giustizia riparativa” all’interno del sistema
giudiziario tradizionale.
< Un punto di vista diverso
Con l’incarico di fuori ruolo e le
funzioni ispettive, svolte dal 2009 al 2018:
- ho conosciuto e visitato almeno 50
uffici giudiziari, piccoli e grandi, di primo e di secondo grado, e altrettanti
modelli organizzativi, per un totale di n. 70 incarichi (con una media di 7
incarichi annui con un impegno medio per ciascuno di un mese in loco e il
restante a redigere le relazioni finali e a fare proposte);
- ho verificato gli organismi di mediazione
civile, analizzato i dati del loro lavoro e l’incidenza sui flussi dei
rispettivi uffici giudiziari;
- ho approfondito le tematiche e tutti
gli aspetti organizzativi e amministrativi dei servizi amministrativi che
compongono il più grande servizio “giustizia”, si pensi alle “spese di
giustizia” e al compito di ciascuno a tutelare l’erario e a contenerne gli
esborsi applicando gli strumenti normativi a disposizione;
- ho approfondito la conoscenza
strutturale e l’utilizzo degli applicativi informatici ministeriali, la
statistica in termini di metodologia di estrazione dati e di analisi gestionale
(indici di smaltimento, indici di ricambio, tempi di gestione etc.);
- ho partecipato a tavoli
interistituzionali al fine di elaborare linee guida di intervento (con il MEF,
con la DGSIA);
- ho svolto inchieste sulle gravi
anomalie che hanno condizionato l’esercizio dell’attività giurisdizionale;
- ho trattato la materia dei ritardi
nella definizione dei processi, partecipando alla elaborazione di linee guida
di lettura e valutazione della Legge Pinto, emarginando quelle interpretazioni
ristrettive dei ritardi che non tenessero conto delle criticità dell’ufficio e
dei carichi di lavoro;
- ho trattato la materiale
disciplinare.
Un’esperienza a tutto tondo tecnica dalla quale si trae un’esperienza qualificata che ora intendo mettere a disposizione con la mia candidatura.
< …..e altri punti di vista complementari
Convinta che ogni opportunità possa
rappresentare un piccolo tassello che contribuisce a disegnare noi stessi e la
nostra carta d’identità professionale :
- ho conosciuto e lavorato con i
magistrati onorari ,prima
come giudice civile a Torino , affidataria di un giudice onorario applicato in tirocinio formativo (c.d.
GOA), poi a Trento, sostituto procuratore, affidataria di due vice procuratori
onorari in tirocinio e responsabile della loro formazione, per i quali
occorrerà continuare il lavoro interpretativo già iniziato dal Consiglio
Superiore della Magistratura con la delibera del 20.4.2022 in ordine al sistema
previsto per la loro valutazione e il ruolo della componente laica (nuovo art.
29 comma 4 d.lgs. n. 116 del 2017);
- ho collaborato con l’Università di Urbino, componente del Consiglio Direttivo della Scuola di Specializzazione per le professioni legali attivata presso la Facoltà di Giurisprudenza per il quadriennio 2006-2010 e, da ultimo, con l’Università di Trento, Facoltà di Giurisprudenza, affidataria di tirocinanti ex art. 73 d. I. n. 69/2013 e stagisti ex art. 37 d.l. n. 98/2011 ;
- ho ricoperto il ruolo di MAGRIF nel periodo 2002-2006 e non sono mancate altre esperienze di contenuto
informatico all’Ispettorato Generale ,ove ho coordinato la sperimentazione del
software applicativo denominato “pacchetto ispettori” (strumento operativo di
interrogazione dei registri ministeriali civili informatici SICI e SICIP funzionale
ad estrarre tutte le informazioni sui dati di flusso, qualitativi e
quantitativi, degli affari civili, presentato e diffuso a tutti i Presidenti di
Tribunale il 29.5.2018) e alla Procura di Trento ove ho sperimentato la
consolle del PM per la gestione degli affari civili;
- ho avuto esperienze di ampio respiro europeo e internazionale: nel 2014, incaricata a partecipare, su invito della Chinese Academy Governance, al corso "Conoscere la vera Cina", svoltosi nella Repubblica Popolare Cinese, organizzato per il tramite della Scuola Nazionale dell'Amministrazione, finalizzato alla conoscenza reciproca della cultura amministrativa e giuridica; nel 2019 la partecipazione a un desk italiano presso Eurojust di coordinamento dell’Italia con altri Paesi Europei per un’indagine complessa in materia di idrocarburi e di accise; nel 2019 e nel 2021, in collaborazione con la Scuola Superiore della Magistratura , l’incarico di tutor dei colleghi europei, direttivi e non, ammessi al programma di scambi brevi con l'Italia nell'ambito della Rete Europea della Formazione Giudiziaria - EJTN.;
-
sono componente della Commissione Flussi
presso la Corte di Appello di Trento;
- dal 2015 sono giudice tributario presso la CTP di Forlì, applicata da maggio 2019 a giugno 2022 alla CTP di Trento, componente dell'Ufficio del Massimario Regionale presso la Commissione Tributaria Regionale per l'Emilia Romagna e magistrato referente dell'Ufficio Circoscrizionale del Massimario dell'Emilia Romagna per il Centro Studi Compartimentale del Nord Italia.;
- previo vaglio del Consiglio Superiore della Magistratura, svolgo l’incarico di consulente tecnico esperto presso la Commissione Parlamentare bicamerale che si occupa delle vicende del Monte Paschi di Siena e del decesso di David Rossi, responsabile della comunicazione del Monte dei Paschi di Siena (incarico extragiudiziario di 80 ore).
All’immagine del Consiglio Superiore della Magistratura come una “casa di vetro”, aggiungo che deve essere la nostra Casa:
● permeabile in tempo reale alle informazioni
sugli uffici,
● flessibile e tempestiva nelle
interlocuzioni con gli uffici e con la dinamicità delle scoperture organiche e
delle variazioni tabellari e funzionali che li riguardano,
● qualificata, per diffondere e
proporre buone prassi organizzative degli uffici e dei ruoli, anche per il
tramite della “formazione”, non aderendo acriticamente a quei canoni
imprenditoriali che da ultimo pare abbiano impregnato le proposte formative e
che nulla c’entrano con il “servizio giustizia” che, invece, è buona gestione e
coordinamento di tutte le componenti dell’ufficio e attività quotidiana di applicazione
di leggi, regolamenti e circolari,
● qualificata, altresì, nel ruolo
consultivo e interpretativo delle riforme, ma anche in quello propositivo di interventi
legislativi a vantaggio di una più efficiente giurisdizione e di interventi
organizzativi amministrativi presso il Ministero a vantaggio di una migliore
governabilità dei carichi di lavoro e dell’abbattimento di un arretrato
nazionale ormai cronico (es. interventi in materia di piante organiche dei
magistrati e del personale amministrativo, in termini di conoscibilità e
valutabilità della dirigenza amministrativa negli uffici giudiziari e dei
relativi programmi e obiettivi come previsti dal d. lgs. n. 240/2006,
elaborazione di criteri di monitoraggio della funzionalità dell’Ufficio del
processo e delle risorse a questo destinate),
● interlocutrice costante con i
magistrati,
● rappresentativa del “merito” della
“indipendenza di giudizio” e della “legalità” ogniqualvolta è chiamata a
giudicare e valutare e a ponderare le innumerevoli fonti informative alle quali
la legge Cartabia ha inteso attribuire un “ruolo qualificato”;
● pronta a rimuovere quei
condizionamenti che ancora oggi portano allo squilibrio di genere nei ruoli, nella
distribuzione degli incarichi e delle deleghe.
Una casa infine che, in virtù della non sudditanza dei propri componenti, non più debitori, neppure di pensiero, verso alcun mandante, possa serenamente costituire un centro interistituzionale permanente collettore di informazioni dal Ministero della Giustizia, dalla Scuola Superiore della Magistratura, dalla DGSIA, dal Dipartimento dell’Organizzazione Giudiziaria e dall’Ispettorato Generale, e, in assenza di qualsivoglia subalternità ma, al contrario, come protagonista, possa e debba fare tesoro della pluralità delle informazioni, presupposto necessario e indefettibile per un buon autogoverno in termini di tempistica, scelte e valori.
Tutto ciò che è venuto a mancare: il Consiglio Superiore della Magistratura non è sempre risultato attendibile, indipendente e autonomo nello svolgimento del suo compito “valutativo” e “decisionale” con riguardo alle cariche dirigenziali e semidirigenziali; non è sempre apparso interlocutore tempestivo né sufficientemente qualificato e propositivo nella sua attività di analisi delle proposte organizzative dei singoli uffici; non è sempre apparso organo disciplinare in linea con l’uniformità di interpretazione e trattamento.
Le cronache parlano chiaro in tal
senso.
E’ per questo che se intendiamo “cambiare il passo”, non possiamo che scegliere di votare il “sorteggio”, unica alternativa che garantisce discontinuità e novità e permette di scegliere, non programmi vaghi e nel tempo, uguali a sé stessi, ma la persona e le sue idee che, nel prossimo quadriennio, ti rappresenteranno in quella che è la nostra Casa.
Patrizia
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