PRESENTAZIONE
DI GIACOMO ROCCHI
1. Giacomo Rocchi. Candidato nel Collegio
Unico nazionale per i magistrati che esercitano funzioni di legittimità.
Nominato con DM 22/12/1987
Sostituto Procuratore presso la Pretura di
Siracusa dal 1989 al 1992
Giudice del Tribunale di Firenze
- dal
1992 al 1999 come giudice civile
- dal
1999 al 2009 come giudice del dibattimento penale
- dal
2009 al 2012 come giudice per le indagini preliminari
Consigliere della Corte di cassazione dal
2012, in servizio presso la Prima Sezione penale, con applicazioni alla Prima
Sezione civile, alla Sezione Tributaria e alla Terza Sezione penale. Componente
delle Sezioni Unite penali fino al luglio 2022. Non ho mai avuto incarichi
fuori ruolo. Componente della Commissione Flussi presso la Corte d’appello di
Firenze.
2. Dai diversi incarichi ho imparato i metodi
di lavoro, la delicatezza delle indagini, la necessità per un giudice di essere
davvero terzo e imparziale e di ascoltare tutte le parti e la fatica nello
studio degli atti e nella redazione delle sentenze per una risposta adeguata e
corretta alla domanda di giustizia.
Mi sono appassionato nel dibattimento penale
al contraddittorio pieno e alle camere di consiglio, ho potuto cogliere la
bellezza del ruolo di Giudice per le indagini preliminari, la varietà di
provvedimenti, la responsabilità per decisioni importanti e di effetto
immediato.
L’esperienza in Cassazione mi ha insegnato ad
approfondire, studiare, comprendere a fondo le questioni, confrontarmi, ma
anche prendere decisioni difficili perché definitive.
Lavorare tanto, lavorare bene: questo
ho imparato, non c’è via di uscita.
3. Sono convinto che un magistrato esperto,
abituato a prendere decisioni difficili e importanti che incidono sulla vita
delle persone, delle aziende o della società, può essere un buon consigliere
del CSM; anzi: un consigliere di cui i colleghi si possono fidare. Agirà in
scienza e coscienza, senza farsi influenzare (o ricattare) quando voterà per
gli incarichi direttivi o semidirettivi, quando si occuperà di sanzioni
disciplinari o di incompatibilità, quando andrà a valutare le tabelle e così
via.
Non facciamoci impressionare dai tecnicismi complessi
sulle varie tematiche, che vogliono farci credere che solo certi “iniziati” sono
in grado di svolgere questo ruolo! Dietro a questi discorsi si sono nascosti
accordi, patteggiamenti, alleanze che si formavano e si scioglievano, scambi di
favore.
Trasparenza contro opacità.
4. Otto anni fa ero già stato sorteggiato e
avevo accettato di candidarmi con queste motivazioni. Mi ha colpito il fatto di
essere stato nuovamente sorteggiato.
Una storia: nella campagna elettorale di otto
anni fa, in un incontro con i candidati organizzato a Torino dalla Giunta
locale, avevo accanto il dott. Palamara (che fu eletto). Io spesi i miei cinque
minuti per criticare le nomine “a pacchetto” e l’influenza delle correnti sul
CSM; dopo di me intervenne proprio Palamara che iniziò con un proclama: “queste
cose non ci saranno più! Inizia una nuova stagione in cui cambierà tutto!”.
Cosa è successo in questi otto anni? Lo
sappiamo tutti. In che modo ha inciso sulla reputazione della Magistratura nella
società?
Rendiamoci conto che il legislatore ha voluto
(o dovuto?) ideare un nuovo illecito disciplinare: “l'adoperarsi per
condizionare indebitamente l'esercizio delle funzioni del Consiglio superiore
della magistratura, al fine di ottenere un ingiusto vantaggio per sé o per altri
o di arrecare un danno ingiusto ad altri”! Quale debolezza verso il mondo
politico! Questa norma resterà nella legge per ricordare, anche fra molti anni,
cosa è avvenuto ad opera di magistrati!
Come ha inciso quanto avvenuto sulla nostra
coscienza di magistrati? Noi, che perseguiamo le corruttele e i condizionamenti
ambientali, che legittimazione abbiamo per farlo?
5. Anche oggi, molti ci dicono che tutto è
finito, che il male è stato stroncato, che le correnti sono tornate ad essere
fucine di idee e in nessun modo sono intenzionate a ripetere gli errori del
passato. Un candidato ha affermato in un’intervista a un giornale che “è dalle
correnti stesse che deve ripartire la loro rigenerazione”!
Come possiamo crederci? Sulla base delle
sanzioni adottate? dei congressi rigeneranti? delle espulsioni?
Ciascun elettore può decidere se fidarsi di
nuovo di chi, per anni, ha detto e scritto cose ma ne ha fatto altre, con ipocrisia
e opacità.
La presenza di candidati scelti, grazie al
sorteggio, tra magistrati “normali” permette di cambiare davvero! Perché non
provare?
6. Qualche contenuto sui temi rilevanti.
Nomine: niente messaggini e
dintorni; ci sono criteri stabiliti dalla legge e dallo stesso CSM e un impegno
a votare nel pieno rispetto di questi criteri, dopo un reale approfondimento,
senza alcun condizionamento. Nient’altro. Gli annullamenti da parte della
Giustizia amministrativa parlano chiaro e non si possono ignorare, né, tanto
meno, superare in due giorni: trasparenza e rispetto per tutti gli aspiranti.
Disciplinare: il
rischio che vedo è che proprio i magistrati “normali”, soprattutto quelli che
si trovano in uffici in difficoltà, siano i “candidati” alla sanzione
disciplinare più facili da trovare e punire. Anche in questo caso, stesso
atteggiamento. La riforma ha dato qualche strumento in più, usiamolo bene per
non stritolare i “piccoli” senza tenere conto della situazione concreta in cui
si trovano.
Carichi esigibili:
che siano davvero tali! La corsa dietro ai numeri non può essere fatta a spese
dei magistrati. La ricerca dell’efficienza si deve accompagnare alla
concretezza, alla conoscenza delle situazioni reali. Dobbiamo ricordarci, poi,
che senza personale amministrativo in numero adeguato non si va da nessuna
parte.
Organizzazione degli Uffici. Sono
contrario ad una eccessiva gerarchizzazione delle Procure; nella misura in cui
il CSM può intervenire – occorre garantire un reale spazio di indipendenza ai
singoli magistrati.
Giacomo Rocchi
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