Pagine

martedì 4 giugno 2013

Presentazione del Comitato "Altra Proposta"


Comitato “Altra Proposta”

Gli ultimi anni della storia della magistratura sono stati caratterizzati da una sempre crescente disaffezione dei magistrati per ogni attività e partecipazione collettiva, a causa della perdita della concreta capacità di rappresentanza da parte dell’A.N.M. e della crisi di credibilità dell’autogoverno.

Da tempo siamo convinti che questa deriva sia dovuta, principalmente se non esclusivamente, alla decisiva influenza che le correnti hanno nella selezione dei rappresentanti dell’A.N.M. e nella vita dell’associazione, nonché, soprattutto, sull’operare del C.S.M. e degli altri organi di autogoverno, per il condizionamento che esse esercitano, secondo strettissime logiche di appartenenza, su ogni scelta di  autogoverno della magistratura, a cominciare dalla selezione dei magistrati dirigenti.

Questa realtà è oggi nota a tutti anche a causa della recente involontaria diffusione di comunicazioni dalle quali chiaramente emerge come, da un lato, magistrati operanti in una corrente si rivolgono a componenti del C.S.M. appartenenti al loro gruppo per segnalare le “doti” di un candidato, tra le stesse includendo l’appartenenza di quest’ultimo allo stesso gruppo, e come, dall’altro lato, i componenti dell’organo istituzionale considerino nella loro scelta anche l’opportunità politica di sostenere, per l’attribuzione dell’incarico, il concorrente espressione della medesima area politico-associativa.

Simili metodi rallentano i processi decisionali del C.S.M. e, di conseguenza, hanno ricadute negative sul buon andamento degli uffici giudiziari, come ha ripetutamente evidenziato anche il Capo dello Stato, da ultimo in una lettera inviata al vicepresidente del Consiglio Superiore il 6 febbraio scorso, nella quale vengono stigmatizzati “i prolungati ritardi nelle decisioni di nomina (degli uffici direttivi) - riferibili anche al trascinarsi di contrasti e/o tentativi di accordo tra le diverse componenti della rappresentanza della magistratura in seno al Csm”.

Una situazione che sempre di più emerge anche all’esterno, presso i cittadini soprattutto, contribuendo a screditare l’intera magistratura.

Avvertiamo pertanto come indifferibili le esigenze, da un lato, di ripristinare un’autentica democrazia all’interno della vita associativa della magistratura, presupposto imprescindibile per affrontare senza preconcetti i temi fondamentali della giurisdizione e, dall’altro, di recuperare all’azione dell’autogoverno valori essenziali come la trasparenza e la riconduzione di ogni scelta solo alla legge e non a logiche diverse, come l’appartenenza correntizia .

Per queste ragioni crediamo sia anche indispensabile, oggi, dare vita ad un soggetto collettivo che rappresenti queste esigenze e si faccia parte attiva di ogni azione idonea a realizzarle.

Se per realizzare gli obiettivi sopra indicati si creasse una nuova corrente si rinnoverebbero però gli errori del passato.

Ecco perché nasce il Comitato “Altra Proposta”, i cui scopi statutari costituiscono soltanto obiettivi di METODO.

Un metodo diretto a ripristinare la partecipazione diffusa e libera dei magistrati alla vita associativa ed all’autogoverno e a superare la pseudo–rappresentanza attualmente veicolata dal peso degli apparati di corrente.

Si è deliberatamente esclusa la previsione anche di obiettivi di merito, attinenti alle molte tematiche che pure interessano e investono oggi la giurisdizione e che sono importantissime per la magistratura e la giustizia, per due motivi.

Il primo è che assumere anche obiettivi specifici, di merito, avrebbe inevitabilmente comportato il rischio di giungere, alla fine, a creare un’altra corrente: cosa che non ci interessa. Su tutti i temi di rilievo per la magistratura e la giurisdizione ogni aderente al Comitato resta del tutto libero di agire come crede per il loro perseguimento ed eventuali ulteriori iniziative da assumersi nell’ambito del medesimo saranno valutate da tutti i colleghi che aderiranno al nuovo percorso.

Il secondo motivo è che siamo convinti che, se nel dibattito interno all’A.N.M. si superano le logiche di schieramento e di appartenenza, il libero e leale confronto tra tutti i magistrati produrrà gli esiti migliori e, in modo analogo, che ogni magistrato chiamato a svolgere il delicato ruolo di componente degli organi di autogoverno opera al meglio se si limita a rispettare la legge e la sua coscienza e a cercare i contributi per le proprie scelte guardando alla platea diffusa dei magistrati (e non già al circolo degli amici della corrente che lo ha fatto eleggere).

Chiediamo dunque ai colleghi di aderire al Comitato “Altra Proposta” e di dare il loro contributo per realizzare gli scopi individuati, o anche soltanto qualcuno di essi qualora non tutti vengano condivisi. Come si potrà vedere lo Statuto consente infatti l’adesione anche soltanto parziale agli scopi ed alle attività del Comitato.

La struttura operativa è snella, non prevede organi direttivi e mira ad attuare nel massimo grado il principio di democrazia diretta. L’unica carica elettiva prevista – soggetta a frequente turnazione e ad un serio sistema di incompatibilità - è quella del Portavoce, al contempo organo rappresentativo e di servizio. Non sono previsti impegni o vincoli di sorta per gli aderenti. Ciascuno potrà farsi promotore di concrete iniziative che saranno sottoposte al gradimento della maggioranza e potrà scegliere, con la massima libertà, se e quando partecipare alle singole attività. Per consentire la più ampia ed agevole partecipazione, si è scelto il mezzo telematico quale ordinario strumento di dibattito e di voto.

In attesa della elezione del Portavoce tra una terna di magistrati sorteggiata tra gli aderenti dichiaratisi disponibili – ciò che costituirà il primo atto del Comitato – le adesioni potranno pervenire via mail all’indirizzo altraproposta@yahoo.it.

Questo non è il “nostro” Comitato, è il Comitato di tutti i magistrati che vogliono provare a cambiare il volto dell’autogoverno per ricondurlo a quella dimensione diffusa e trasparente che il legislatore costituente aveva immaginato, nella convinzione che si tratti del primo ed indispensabile passo perché ciascuno di noi vi si possa senza imbarazzo riconoscere e perché sia restituita alla Magistratura un’immagine non offuscata di credibilità, imparzialità ed efficienza al servizio dei cittadini.

Roma, 2 Giugno 2013.

Franca Amadori – Tribunale di Roma

Milena Balsamo – Tribunale di Pisa

Francesco Bretone – Procura della Repubblica di Bari

Giuliano Castiglia – Tribunale di Palermo

Donato D’Auria – Tribunale di Pisa

Giovanni Fanticini – Tribunale di Reggio Emilia

Felice Lima – Tribunale di Catania

Ida Moretti – Tribunale di Benevento

Pietro Murano – Tribunale di Pisa

Giorgio Piziali – Tribunale di Verona

Andrea Reale – Tribunale di Ragusa

Gianni Reynaud – Tribunale di Pinerolo

Nicola Saracino – Tribunale di Roma

Stefano Sernia – Tribunale di Lecce

Massimo Vaccari – Tribunale di Verona

2 commenti:

  1. Come ho detto all'ottimo promotore Giuliano Castiglia, sono dei vostri.
    Riccardo Trombetta - Tribunale di Palermo

    RispondiElimina
  2. MARIANO MUSICO' - NAPOLI
    SONO SOLO UN COMUNE CITTADINO MA SONO CON VOI ANCHE IO PERCHE' QUESTA E' UNA BATTAGLIA DI DEMOCRAZIA, STATO DI DIRITTO, GIUSTIZIA E LIBERTA'
    GRAZIE PER L'OPERA CHE RENDETE AL PAESE E AL POPOLO ITALIANO

    RispondiElimina

Scrivi il tuo commento nel riquadro qui sotto.

Per farlo NON occorre essere registrati.

Se non sei un utente di Google, nella sezione "Scegli un'identità" seleziona "Nome/URL" oppure "Anonimo", così non ti sarà richiesta la password.

Per favore, inserisci il tuo nome e cognome e la città dove vivi: un commento "firmato" è molto più efficace.

I commenti non compaiono subito nel sito, perchè sono soggetti a verifica preventiva della Redazione.

Non censuriamo in alcun modo i contenuti in base alle idee, ma non pubblichiamo commenti che:

1. ledano diritti di terzi, siano diffamatori o integrino altre fattispecie di reato;

2. contengano espressioni volgari;

3. costituiscano forme di spamming;

4. si esauriscano in una presa di posizione politica per questa parte o per quell'altra ("fare politica" è cosa nobile e necessaria, ma questo sito non è il luogo adatto).

Se non trovi pubblicato il Tuo commento e vuoi saperne le ragioni, inviaci una mail all'indirizzo della Redazione. Ti comunicheremo le ragioni della mancata pubblicazione.