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lunedì 22 aprile 2013

Un metodo per il Consigliere


Cari colleghi,

come ben sapete, è stato solo il caso che mi ha fatto approdare sulle rive del nuovo continente CSM scoperto da Altra Proposta.

Un continente ancora da scoprire sia per chi ne ha immaginato la esistenza, sia per chi, come i sorteggiati, è stato mandato in esplorazione avanzata.


I pericoli sono tutti intorno. Gli “indigeni”, abitanti da sempre nella nuova terra, sono ancora da saggiare. Potrebbero essere ospitali perché incuriositi da questi strani personaggi alla cui avventura non danno alcun credito, oppure potrebbero manifestarsi decisamente ostili.

La nostra pattuglia però si muove, con iniziative spontanee, non coordinate, ma alimentata dal desiderio di scoperta…..

Beh, l’incipit non è un granché, lo ammetto, però riassume in modo romanzesco le mille sensazioni che si sono affacciate nel mio animo da quando ho saputo dell’estrazione.

Non è la prima sfida che vivo e non sarebbe la prima che vincerei o che perderei! Però è intrigante e va vissuta, indipendentemente da come finirà.

Anche perché….
….un’idea da buttare sul tavolo ce l’ho e voglio esporla.


IL METODO

Troppe volte abbiamo criticato le scelte del Consiglio Superiore. O per la persona spedita a capo di un ufficio o per un’iniziativa organizzativa tramutatasi in una circolare mal digerita.

Perché ciò è successo e perché può succedere ancora?

Perché le “sensibilità” dei componenti del Consiglio sono diverse (com’è giusto che sia), perché nelle scelte possono inserirsi tatticismi politici che possono far perdere di vista i principi per i quali gli elettori hanno dato la delega, con il voto, al singolo consigliere, perché le scelte etiche e programmatiche di alcuni possono non corrispondere al comune sentire.

Il meccanismo talvolta è avulso dal lavoro giornaliero dei magistrati, a volta tanto diverso da una latitudine all’altra.

Essendo il mio nome in corsa non per meriti politici acquisiti, ma per il caso, ho pensato che a noi sorteggiati sia stato attribuito dalla sorte un altro compito, quello di elaborare una proposta “altra” che non sia la rispettabilissima, ma un po’ noiosa, solita offerta politica.

La mia idea, quindi, è innoviamo la politica!

E’ pretenzioso. Assai, lo so, ma credo che sia in linea con la scelta di Altra Proposta secondo la quale ciascun magistrato può essere un Consigliere superiore.

Un magistrato in corsa per il CSM secondo le categorie tradizionali opererà secondo il tradizionale modello della democrazia rappresentativa. Sarà eletto per i principi che dichiara e poi, una volta eletto governerà sui suoi rappresentati.

Il magistrato sorteggiato da Altra Proposta, è soggetto al meccanismo della democrazia rappresentativa (come per legge), ma deve svolgere un compito in più, deve essere l’interfaccia dei colleghi con il Consiglio Superiore, sottoponendo le scelte che a lui competono ad un processo di partecipazione diretta da parte della “base”.

Immagino, in altri termini, un consigliere superiore che prima di votare le circolari organizzative, per esempio, senta la base illustrando le opzioni in campo e raccogliendo la volontà di coloro che vi sarebbero coinvolti come destinatari di quell’assetto ipotizzato.

Immagino un sistema che migliori il meccanismo della democrazia rappresentativa con il coinvolgimento diretto degli interessati. Deve essere la base il momento formativo della “volontà” del Consigliere, almeno per quelle materie, tipo le circolari organizzative, dove talvolta il rischio di scollamento delle scelte dalle realtà locali è alto o a causa di intenti “moralizzatori” o per colpa di paludose meline politiche.

Immagino l’uso degli attuali sistemi informatici per realizzare tutto ciò. Un blog o un gruppo su Facebook o Twitter, o tutti insieme, per realizzare un feedback immediato tra la base e il Consigliere. Un sistema informatico di corrispondenza biunivoca o multipla in tempo reale che garantisca immediatezza e diffusione democratica, senza la necessità di costringere i colleghi ad appuntamenti, riunioni, incontri o assoggettarli a telefonate in orari improbabili.

Questo è il metodo per avvicinare il lavoro del Consiglio ai colleghi e per avvicinare i colleghi al Consiglio, in modo da rendere compiuto quel principio dell’AUTONOMIA della magistratura che è garanzia di DEMOCRAZIA.

Il responsabile del voto sarà sempre il consigliere il quale, però, con il METODO da me immaginato, voterà nel modo più democratico possibile perché avrà sentito e condiviso, e non solo immaginato o interpretato, il volere della sua base.

I contenuti, non dovendo scegliere io per gli altri, si riempiranno di volta in volta secondo un dibattito schietto e informato. Avranno un solo limite: l’assoluta intangibilità dei principi democratici e dei valori costituzionali a cui è improntato il nostro lavoro.

E’ un idea che mi impegno a realizzare se dovessi essere scelto. E’ condivisibile o meno. E’ sicuramente perfettibile, ma è un’idea forte che nasce da una primaria necessità: quella di amministrare con e non su i colleghi.

Napoli, 2 aprile 2014



Umberto Antico

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